Seleziona lingua

Stanza delle càsce

Viene chiamata così perché presenti all’interno della stanza in un discreto numero, le càsce (casse di legno) erano utilizzate per riporre all’interno quanto tuttora vi è custodito: pignate, sacchi per il grano, vasi per la conservazione dei salumi sotto sugna, in particolare della salsiccia. 

Sono conservati i famosi piatti di Calvello, alcuni dei quali cuciti con lo spago in modo da poterli riusare anche dopo l’eventuale rottura. “Non si butta via niente finché si può salvare” dicevano gli abitanti di Palazzo De Stefano ed effettivamente tutti gli utensili sono arrivati ai giorni nostri e potrebbero imbandire tranquillamente le nostre tavole.

Nel corso del XX secolo questa stanza veniva adibita alla stagionatura del formaggio, la fase più importante della produzione: è questo il momento in cui si attivano i processi biochimici di trasformazione dei costituenti del latte, che conferiscono al prodotto finale l’aspetto, la consistenza, l’aroma, il sapore.

Era qui che la padrona di casa, aiutata dalla domestica, tra la primavera e l’inizio dell’estate, con costanza e dedizione quotidiana, dava il via ad un procedimento che avrebbe portato il formaggio fresco a trasformarsi in stagionato. 

Una videoinstallazione collocata in una delle vasche mostra delle immagini sulla lavorazione casearia.